- la crescita personale: visione e immagine del sé, livello di autostima, supporto del sé con l’altro;
- crescita culturale orientata alla conoscenze e al dibattito dei temi contemporanei;
- crescita sociale: assunzioni di responsabilità verso se stessi e verso gli altri nel rispetto dei valori condivisi ed accettati dalla società civile.
I principi sopra enunciati sono in sintonia con l’art. 1, comma 1 e 2 del nuovo Regolamento del 16.6.200 recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà che afferma :
“Il trattamento degli imputati sottoposti a misure privative della libertà consiste nell’offerta di interventi diretti a sostenere i loro interessi umani, culturali e professionali. Il trattamento rieducativo dei condannati e degli internati è diretto, inoltre, a promuovere un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo a una costruttiva partecipazione sociale.”
Per quel che riguarda l’opera educativa e di istruzione dei docenti che operano nel Carcere è dar senso e significato a ciò che si fa, come si fa, perché si fa, nel tentativo di ricostruire la rete dei valori dell’uomo recluso. Le aule scolastiche diventano luogo e opportunità formative per gli alunni, trasformate, molto spesso, in laboratori di idee, di riflessione e di revisione del vissuto di ciascuno, ed il docente, facilitatore dell’apprendimento, si sforza di costruire la relazione comunicativa con gli alunni, centrata sul dialogo, sulla fiducia e sul clima di classe attivo e partecipativo.